Milano, 16 novembre 2013 - 11:12

La banda della Magliana negli affari del faccendiere dei padri Camilliani

In un’inchiesta inedita su un giro di riciclaggio della ‘ndrangheta a Roma spuntano i nomi di parlamentari, massoni, manager del calcio e della sanità, esponenti delle forze dell’ordine e funzionari corrotti, religiosi e bancari

di Angela Camuso

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C’è un’indagine della procura di Roma, finora rimasta segreta, sui rapporti di affari odierni tra Ernesto Diotallevi, il boss della banda della Magliana, e il faccendiere Paolo Oliverio, braccio destro dell’ex numero uno dell’Ordine religioso dei Padri Camilliani.

I Camilliani sono amministratori di presidi sanitari sparsi in tutto il mondo e oggi, dopo l’arresto di padre Salvatore, accusato insieme a Oliverio, a un sacerdote e a due finanzieri di aver organizzato il rapimento di due religiosi, si ritrovano al centro di uno scandalo appena iniziato a cui fanno da sfondo appalti truccati e fondi neri, buchi di bilancio e giri di mazzette.

La vicenda di una settimana fa, infatti, è figlia di un’inchiesta molto più ampia condotta dal pm Giuseppe Cascini della Direzione Distrettuale Antimafia: l’inchiesta originaria era nata per far luce su una grossa operazione di riciclaggio che si è realizzata a Roma tra il 2000 e il 2012 da parte di un gruppo appartenente alla criminalità organizzata calabrese. Dalle intercettazioni e dai pedinamenti è emersa poi una fitta rete di relazioni ben più vasta che vede coinvolti mafiosi, parlamentari, massoneria deviata, manager del calcio e della sanità, esponenti delle forze dell’ordine e funzionari corrotti, religiosi e bancari.

A piazzale Clodio, nell’ambito della medesima indagine, si stanno svolgendo accertamenti anche sui rapporti tra il faccendiere Oliverio, diventato a ottobre 2012 procuratore speciale dell’ente che amministra gli ospedali della Campania e della Sicilia di proprietà dei Camilliani, e l’allora deputato Alessandro Pagano, Pdl, eletto nella circoscrizione Sicilia. L’ambito delle indagini riguarda: “La realizzazione di un progetto oncologico tra l’Ismett e l’ospedale di Casoria (grande struttura sanitaria dei Camilliani in Campania, n.d.r)” e, “per altro verso, l’assunzione presso l’ospedale di Casoria della figlia dell’on. Pagano Federica Maria”, scrivono i finanzieri del Gico in un’informativa datata il 18 luglio scorso.

Gli atti del fascicolo numero 51419/12 R.g.n.r sono pieni di omissis, ma restano visibili alcuni passaggi cruciali. Come quello appunto in cui si fa rifermento a Diotallevi, storicamente legato a Cosa Nostra, ex teppista di borgata, trafficante di droga e strozzino con la banda della Magliana, braccio destro di Pippo Calò, il cassiere della mafia negli anni di piombo, e con questi processato e infine assolto per gli omicidi del banchiere Roberto Calvi e del fratello del giudice Imposimato. Si legge nel fascicolo: «L’informativa del 28 giugno rileva/conferma: “I rapporti di Oliverio con Mario Diotallevi (si tratta del figlio di Ernesto, anch’egli destinatario del recente sequestro di beni n.d.r) in relazione ad immobili riconducibili alla madre Lucarini”». Risultano altresì rapporti diretti tra il boss della Magliana e il faccendiere dei Camilliani Oliverio: in particolare le Fiamme Gialle hanno scoperto che Ernesto Diotallevi ha venduto immobili a Roma a Oliverio per centinaia di migliaia di euro, soldi di cui ora gli inquirenti stanno accertando la provenienza.

La Finanza il 18 luglio scorso ha anche registrato un incontro tra Oliverio, Diotallevi e Gianni Sabetti, personaggio coinvolto nello scandalo degli appalti truccati sui rifiuti a Napoli, per cui è stato arrestato in primavera l’ex sottosegretario all’Ambiente Malinconico.

Sotto la lente di ingrandimento degli investigatori della capitale, inoltre, il business di una cordata di imprenditori interessati a rilevare la società calcistica Sanbenedettese “a soli fini speculativi”, scrivono i finanzieri.

Paolo Oliverio è già stato protagonista ombra di alcuni scandali che hanno fatto la storia del nostro Paese, dal processo Sme alla P3. Da molti anni è notoriamente amico di Flavio Carboni con il quale, secondo il Gico di Roma, è stato in contatto nella capitale anche di recente. “L’Informativa dell’11 aprile 2013 – si legge ancora nel fascicolo del pm Cascini - conferma i contatti con Oliverio e Flavio Carboni e con i suoi familiari, con i quali discute di affari….. Conferma i rapporti di Paolo Oliverio e Marco Carboni, figlio di Flavio Carboni e i comuni interessi in attività imprenditoriali, commerciali, immobiliari.”

PRECISAZIONE DELL’ONOREVOLE ALESSANDRO PAGANO

“Sono a precisare che la conoscenza tra me e Paolo Oliverio risale alla fine di maggio 2013 e che, diversamente da quanto riportato nell’articolo in questione, mia figlia ha solamente svolto uno stage di formazione post-universitario assolutamente a titolo gratuito dal 15 luglio al 26 ottobre 2013.”

Prendiamo atto che l’onorevole Pagano dichiara di aver conosciuto Paolo Oliverio a maggio 2013 e precisiamo che per quanto riguarda la situazione lavorativa della figlia abbiamo citato i dati riportati dall’informativa scritta dai finanzieri del Gico il 18 luglio scorso

PRECISAZIONE DELL’ISMETT

”Con riferimento a quanto riportato da Corriere.it, ISMETT precisa di non aver mai preso contatto alcuno per un progetto oncologico con l’ospedale di Casoria, né di aver neppure ipotizzato la realizzazione dello stesso.

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