Verso la creazione di una strategia portuale europea globale

01/02/2024

Verso la creazione di una strategia portuale europea globale

Rubrica a cura dello Studio Legale Siccardi Bregante & C. - www.siccardibregante.it - studio@siccardibregante.it

Il 17 Gennaio scorso il Parlamento Europeo ha approvato la proposta di risoluzione denominata “Costruire una strategia portuale europea globale” con la quale, tenuto conto dell'importanza strategica dei porti per il settore europeo dei trasporti e per l'economia europea nel suo complesso, invita la Commissione Europea - sebbene in maniera non vincolante - a proporre in via prioritaria una strategia portuale europea globale che garantisca la futura competitività e la centralità dei porti europei e impedisca qualsiasi eccesso di dipendenza e/o influenza da parte di interessi extra europei in questo settore.
La proposta di risoluzione (di seguito anche solo “la Proposta”) prende spunto dall’analisi di 4 tematiche principali: (i) la necessità di ridurre l’influenza di soggetti/Paesi extra-UE sulle infrastrutture più strategiche, inclusi ovviamente i porti europei; (ii) l’esigenza di garantire la sicurezza dei porti europei anche contro i rischi di attacchi cibernetici possibilmente provenienti dai Paesi extra-UE; (iii) il riconoscimento del ruolo vitale che i porti europei svolgono nella transizione energetica, nella loro naturale qualità di centri di produzione, distribuzione e stoccaggio delle fonti energetiche alternative; (iv) l’opportunità di impostare una programmazione tesa a consentire la crescita della competitività dei porti europei e degli operatori che vi operano.
La Proposta, nello specifico, evidenzia che, al pari di quanto avvenuto nel campo energetico, l’Unione Europea sta affrontando anche nel settore dei trasporti il fatto che si siano progressivamente consolidate dipendenze economiche da Paesi extra-UE: i recenti e significativi investimenti economici nei porti europei da parte di operatori statali stranieri ne sono un chiaro esempio.
La Proposta osserva che un'influenza esterna troppo marcata sulle infrastrutture europee ritenute strategiche può diventare problematica in quanto suscettibile di minare la sicurezza, l'indipendenza economica e la coesione tra i singoli Stati membri e dell'Unione nel suo complesso.
La Proposta auspica quindi che gli Stati membri e gli enti gestori dei porti europei adottino un approccio comune volto allo sviluppo delle infrastrutture critiche e chiede alla Commissione Europea di proporre con urgenza, entro la fine del 2024, una strategia portuale che garantisca la competitività dei porti europei assicurandone l’indipendenza economica da attori di Paesi terzi, in linea con quanto già previsto nel Regolamento EU n. 2022/2560 relativo alle misure da adottarsi per contrastare le sovvenzioni estere distorsive del mercato interno. La strategia portuale europea dovrebbe infatti fissare dei limiti ai finanziamenti stranieri e dovrebbe creare la giusta cornice per gli operatori pubblici e privati europei affinché investano in infrastrutture portuali critiche e rafforzino il ruolo centrale dei porti europei.
Da ultimo la Proposta auspica l’organizzazione di un vertice portuale europeo (“European Port Summit”) al fine specifico di sviluppare ulteriormente le questioni affrontate ed esplorare le possibilità di una maggiore cooperazione tra i porti europei.
Osservando che nell’attuale contesto geo-economico e geo-politico il ruolo strategico dei porti sta diventando sempre più importante, l'”European Sea Ports Organisation” (ESPO”), tra i soggetti promotori della Proposta insieme alla “Federation of European Private Port Operators”, ha accolto con grande favore il voto del Parlamento europeo, sottolineando la portata sempre crescente delle sfide che i porti europei si trovano ad affrontare e degli elevati investimenti di cui essi necessitano, a partire dal campo della transizione energetica e dello sviluppo delle infrastrutture ad essa collegato, ed auspicando l’implementazione delle misure finalizzate al rafforzamento della coesione e della competitività dei porti europei anche nei confronti di quelli extra-europei.
Anche “SEA Europe”, l'associazione che rappresenta l'industria navalmeccanica europea, ha espresso soddisfazione per l'approvazione della Proposta da parte del Parlamento europeo e per l’appello del Parlamento alla Commissione Europea affinché venga definita in via prioritaria una strategia marittima industriale europea che riconosca la centralità dell'ecosistema marittimo europeo nel suo complesso, a partire dal settore delle costruzioni navali e della produzione di attrezzature marittime. Sea Europe ha auspicato inoltre che la creazione di una strategia marittima europea possa consentire a questo settore di sfruttare appieno la crescita economica e le tecnologie sviluppate per costruire e ammodernare strutture sempre più digitalizzate e sostenibili. Ricordando che la forte dipendenza dell'armamento europeo dalla cantieristica navale asiatica ha portato alla perdita di importanti segmenti del comparto, SEA Europe ha infine esortato l'Unione Europea a porre in essere quelle misure che possano rafforzare lo sviluppo e la salvaguardia delle infrastrutture critiche europee, garantendo la sicurezza e la protezione degli interessi europei contro le possibili pratiche competitive sleali dei Paesi extra-UE.
Coerentemente con il contenuto della Proposta, la Commissione Europea, che – come detto - è stata invitata a proporre una strategia portuale europea entro la fine del 2024, proprio nei giorni scorsi ha presentato un piano programmatico denominato “Il percorso di transizione per un ecosistema industriale della mobilità dell'UE”, con il quale sono state identificate le sfide, le opportunità e le azioni necessarie per migliorare la competitività dell'ecosistema portuale e marittimo europeo. Tra le azioni suggerite per consentire di accrescere la competitività dell'industria marittima europea viene indicata proprio l’implementazione delle misure atte a garantire la coesione interna dei porti europei, il miglioramento dell'efficienza produttiva da attuarsi attraverso la digitalizzazione, l'automazione e la riqualificazione; il sostegno allo sviluppo di nuovi modelli di business circolari e sostenibili e lo sfruttamento delle opportunità offerte dalla transizione marittima verde, con investimenti nel rinnovo delle flotte e nello sviluppo tecnologico.


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